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Sezione 5 – La propaganda razziale

Dalla fine del XIX secolo la classificazione di presunte e diverse razze umane conduce, nell’ambito delle scienze antropologiche, mediche e biologiche, culturali, umane e persino in quelle teologiche, a definire una netta gerarchizzazione delle razze reputate superiori con caratteristiche somatiche precise e di quelle reputate inferiori portatrici di speculari caratteristiche primitive, ferine, caricaturali. Negli anni Trenta del Novecento soprattutto, ripresero vigore le teorie dell’eugenetica ottocentesca (dal greco antico “di buona nascita”), in Italia particolarmente caldeggiate dalla redazione della rivista «La Difesa della razza», fondata nell’agosto del 1938 e dunque in piena campagna razziale del fascismo.

 

Bibliografia

Alberto Burgio (cur.), Nel nome della razza. Il razzismo nella storia d’Italia, 1999

Francesco Cassata, «La Difesa della razza». Politica, ideologia e immagine del razzismo fascista, 2008

Giorgio Israel-Pietro Nastasi, Scienza e razza nell’Italia fascista, 1998

 

Sitografia

La rivista della razza, Rai Scuola

Vittorio Caporrella, Le Leggi razziali e le immagini della propaganda. Percorso didattico iconografico, storicamente.org

Maria Coletti, Fantasmi d’oltremare, cinemafrica.org

 

Note alle immagini

5.1

Il popolare “Gioco dell’oca” rivisitato alla luce della conquista dell’Etiopia e della fondazione dell’Impero fascista. 1936-1937.

Si ringrazia Luigi Ciompi e Adrian Seville per l’utilizzo dell’immagine (www.giochidelloca.it)

 

5.2

Articolo tratto da «La Difesa della Razza», 1938.

Il 19 aprile 1937 è varato il Regio Decreto-Legge n. 880 (Sanzioni sui rapporti di indole coniugale tra cittadini e sudditi) che puniva con la reclusione da uno a cinque anni di carcere il bianco sorpreso in “relazione di indole coniugale con persona suddita”. Iniziava, con tale misura legislativa, il regime di separazione razziale.

 

5.3

Ritaglio di stampa contenuto nel quaderno della classe IV, scuola elementare femminile di Roccagorga, Latina, 1936-1937.

L’espansionismo italiano si giustificava nel momento in cui le colonie africane diventavano colonie di popolamento, ossia sede di trasferimento e di nuovo insediamento dell’eccedenza demografica dell’Italia e simbolo di superiorità della civiltà e della ‘razza’ italiana. Per questo la guerra d’aggressione contro l’Abissinia ha rappresentato l’occasione per attivare oltremare la politica razzista dell’Italia fascista.

Archivio storico Indire, Fondo materiali scolastici

 

5.4

Copertina del primo numero de «La Difesa della Razza», 5 agosto 1938.

Nell’estate del 1938, il regime fascista affiancò alle politiche discriminatorie inaugurate nelle colonie dell’Impero, una serie di strumenti culturali utili a diffondere capillarmente il ‘verbo’ razzista presso l’opinione pubblica italiana. Fondata da Telesio Interlandi (1894-1965) nell’agosto del 1938, «La Difesa della Razza»  è concepita con lo scopo di illustrare e spiegare agli italiani, in base a presupposti pseudo-scientifici ed eugenetici, l’esistenza di una razza italica superiore e di razze biologicamente inferiori rispetto alle quali l’Italia imperiale deve difendersi per evitare contaminazioni che possano attentare alla sua integrità morale e fisica. La rivista conosce uno straordinario successo in termini di diffusione, contando 150.000 copie vendute già dal primo numero. È uno strumento costruito per rilanciare con maggiore incisività ed aggressività il veleno dell’antisemitismo e del razzismo, enfatizzando le ‘giuste’ politiche che il fascismo sta adottando per ‘risolvere’ la questione razziale tanto nelle colonie quanto in territorio italiano. La rivista cessa di essere pubblicata nel giugno del 1943.

 

5.5

Cartoline razziste ad uso delle truppe italiane in Etiopia ideate fra il 1935 e il 1936 dal disegnatore e fumettista Enrico De Seta (1908-2008). In ciascuna delle immagini è ribadita, sotto forma iconografica, la superiorità della ‘razza bianca’ su quella ‘nera’. Gli indigeni sono raffigurati alla stregua di uomini cavernicoli, lascive le donne, arrivando addirittura a divenire oggetto di souvenir esotico da spedire in madrepatria.

 

5.6

Copertina di un quaderno scolastico, fine anni Trenta. Gli stereotipi razzisti sono tutti presenti sia nel raffigurare l’autoctono in costumi ‘tribali’ e primitivi, sia nel linguaggio caricaturale che il disegnatore fa usare all’indigeno il quale diventa anche un cannibale confessando di aver mangiato il bianco “ieri a colazione”.

Archivio storico Indire, Fondo materiali scolastici

 

5.7

Copertina di un quaderno scolastico, fine anni Trenta. La posizione fisica dei due personaggi richiama con ogni evidenza la gerarchia propria della logica razzista. L’allieva, vestita, insegna al bambino nero, seminudo, le regole della ‘civiltà’ partendo dal sillabario. Il contorno in sottofondo è tipico di quell’esotismo che frequentemente si ritrova nella pubblicistica di quegli anni, materiali scolastici inclusi.

Archivio storico Indire, Fondo materiali scolastici

 

5.8

Copertina del periodico «Il giornalino di Nonno Ebe», 13 dicembre 1936. Nonno Ebe era il nome d’arte di Ettore Boschi (1874-1955) che è stato l’autore di numerosi libretti, racconti e brevi romanzi destinati al pubblico più giovane fra cui il «Il giornalino di Nonno Ebe» pubblicato fra il 1936 e il 1938. La copertina comunica i temi classici del razzismo fascista e in particolare della supremazia della razza bianca, ariana, italica.

Archivio storico Indire, Fondo librario

 

5.9

Copertina del settimanale «Storiella», 19 maggio 1935. Le vignette raccontano del piccolo volontario che parte alla volta della Somalia, altra colonia italiana, col proposito di civilizzarla.

Archivio storico Indire, Fondo librario

 

5.10

Copertina e quarta di copertina di un quaderno scolastico, fine anni Trenta. La storia parodistica di “Pancetta nera” compendia tutti gli elementi, iconografici e contenutistici, del razzismo fascista.

Archivio storico Indire, Fondo materiali scolastici

 

5.11

Manifesto che promuove l’acquisto di giocattoli prodotti in Italia seguendo le politiche autarchiche promosse dal fascismo, 1936. Gli stereotipi razzisti si rendono palesi nell’abbigliamento dei due soggetti e nel bambino nero che diventa ‘oggetto’ di divertimento di quello bianco.

 

5.12

Copertina del periodico «Il giornalino di Nonno Ebe», 6 dicembre 1936. I giovani in divisa come conquistatori dei giovani indigeni pronti ad essere di buon grado fascistizzati.

Archivio storico Indire, Fondo librario

 

5.13

Storiella ad uso dei fanciulli, contenuta in «Il giornalino di Nonno Ebe», 6 dicembre 1936. Il protagonista, un giovane Balilla, incarna tutti i contenuti del razzismo coloniale il cui fine ultimo è quello di stabilire la supremazia della razza ‘ariana’ su quella nera.

Fonte: Archivio storico Indire, Fondo librario

 

5.14

Prima pagina de «I Diritti della scuola», 10 gennaio 1937.  La rivista era all’epoca la più letta dagli insegnanti elementari, ossia i principali attori preposti alla formazione delle giovani generazioni. In questo numero si dava spazio a quell’“opera di incivilimento” –come si legge in apertura della didascalia delle immagini- che i soldati italiani residenti in Africa orientale e nello specifico in Eritrea attuavano con zelante impegno e dedizione. La fascistizzazione dei giovani indigeni era in perfetta consonanza con la politica pedagogica totalitaria che il regime aveva già da tempo messo in atto nelle scuole italiane.

Archivio storico Indire, Fondo librario

 

5.15

Vignetta razzista. La donna nera, semi-coperta, è l’oggetto sessuale del maschio bianco conquistatore sia di territori sia dei corpi dei sudditi.

 

5.16.1

Testo e illustrazioni contenuti in «Il libro della seconda classe», 1936. Storiella in cui era la ‘giusta’ violenza che gli Italiani infliggevano ai sudditi nelle colonie conquistate a rendersi protagonista. In questo caso, le marionette e il gioco inscenato sotto forma di racconto assumono i contorni di quell’incitamento alla violenza fisica caratterizzante il fascismo fin dai suoi albori.

Archivio storico Indire, Fondo librario

 

5.16.2

Testo e illustrazioni contenuti in «Il libro della seconda classe», 1936. Storiella in cui era la ‘giusta’ violenza che gli Italiani infliggevano ai sudditi nelle colonie conquistate a rendersi protagonista. In questo caso, le marionette e il gioco inscenato sotto forma di racconto assumono i contorni di quell’incitamento alla violenza fisica caratterizzante il fascismo fin dai suoi albori.

Archivio storico Indire, Fondo librario

 

5.16.3

Testo e illustrazioni contenuti in «Il libro della seconda classe», 1936. Storiella in cui era la ‘giusta’ violenza che gli Italiani infliggevano ai sudditi nelle colonie conquistate a rendersi protagonista. In questo caso, le marionette e il gioco inscenato sotto forma di racconto assumono i contorni di quell’incitamento alla violenza fisica caratterizzante il fascismo fin dai suoi albori.

Archivio storico Indire, Fondo librario

 

5.17.1

Disegno contenuto nell’album «Politica razziale» realizzato dalla Regia scuola secondaria di avviamento professionale femminile “Cristoforo Colombo”, Taranto, Disegno grafico, scuola, 1938-1939. Simboli guerrieri –gli aeroplani- si uniscono nel disegno agli allievi in divisa fascista in procinto di entrare nella scuola con a fianco il ‘forte uomo rurale’ capace anch’egli di tramandare quello che apprenderanno poi nelle aule, ovvero, “le virtù intrinseche della razza ariana” come si legge nella didascalia apposta al disegno.

Archivio storico Indire, Fondo materiali scolastici

 

5.17.2

Disegno contenuto nell’album «Politica razziale» realizzato dalla Regia scuola secondaria di avviamento professionale femminile “Cristoforo Colombo”, Taranto, Disegno grafico, scuola, 1938-1939.Elementi grafici e testuali inneggianti alla superiorità della “razza ariana” portatrice di progresso tecnico-scientifico.

Archivio storico Indire, Fondo materiali scolastici

 

5.17.3

Disegno contenuto nell’album «Politica razziale» realizzato dalla Regia scuola secondaria di avviamento professionale femminile “Cristoforo Colombo”, Taranto, Disegno grafico, scuola, 1938-1939. Il tratto classicista del disegno rievoca la grandiosità della cultura dell’antica Roma che si reincarna in quella della Roma imperiale e fascista.

Archivio storico Indire, Fondo materiali scolastici

 

5.17.4

Disegno contenuto nell’album «Politica razziale» realizzato dalla Regia scuola secondaria di avviamento professionale femminile “Cristoforo Colombo”, Taranto, Disegno grafico, scuola, 1938-1939. I fasti dell’antichità romana sono realizzati a mezzo di segni grafici che rimandano a quell’aspirazione coltivata da Mussolini, soprattutto a partire dagli anni Trenta, che leggeva il passato mitico e glorioso della Roma antica risorto e reincarnatosi nell’Italia fascista.

Archivio storico Indire, Fondo materiali scolastici

 




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