La serie ‘Settecento’ è composta da 392 volumi. Anche questa parte della collezione libraria antiquaria andava a corredare una delle sale del Museo Nazionale della Scuola di Firenze, quella del Settecento, che accoglieva documenti, piani di studio di Università, di Collegi, di istituti culturali italiani del secolo e, infine, molte opere a stampa, collocate nella sala secondo un ordine alfabetico.
La selezione dei volumi contribuiva ad illustrare gli sviluppi del sistema scolare nel secolo dei Lumi, quando la questione pedagogica si fece anche politica, ricevendo poi dalla Rivoluzione un impulso straordinario. Il Settecento fu il secolo in cui iniziò l’istituzione di scuole pubbliche promosse e controllate dallo stato (e non dai comuni, come era accaduto già dal Medioevo). Il primo stato italiano ad inaugurare la nuova politica scolastica fu il Regno di Sardegna: una serie di riforme attuate da Vittorio Amedeo II di Savoia dal 1717 al 1727 istituirono scuole laiche statali di vario grado e un apposito “Magistrato” incaricato di vigilare contro la possibile ingerenza di ordini religiosi nella materia.
Nella seconda metà del secolo l’espulsione dei Gesuiti da molti stati (iniziata nel 1767 con il provvedimento preso nel Regno di Napoli) e poi la bolla papale del 1773 Dominus ac Redemptor noster, con il quale l’ordine fu soppresso, ebbero grande rilevanza nel generale processo di “secolarizzazione dell’istruzione”, anche se il più delle volte i Gesuiti furono sostituiti da altri ordini religiosi, anche per la difficoltà di trovare un adeguato numero di insegnanti laici. Con la Rivoluzione francese si affermò poi una nuova concezione della scuola, che trovò la sua formulazione più chiara e completa nel Rapport et project de décret sur l’organisation génerale de l’Instruction publique, redatto da Condorcet nel 1792 e presentato all’Assemblea Nazionale a nome del Comitato di istruzione pubblica: l’istruzione primaria vi era concepita come pubblica, obbligatoria e gratuita: tutti i cittadini, sia maschi che femmine, dovevano accedervi. La scuola, bandendo qualsiasi insegnamento religioso, doveva essere laica, basata, da una parte, sulla trasmissione di capacità professionali utili, contenuti verificabili e metodi razionali e, dall’altra, sulla formazione civile.
Sébastien Le Clere, Pratica di Geometria in carta e campo. Per istruzione della nobile Gioventù, nella Stamperia del Bernabò e Lazzarini, Roma, 1746, p. 9.
Niccolò de la Croix, Geografia sacra ossia descrizioni dei paesi e dei luoghi dei quali si parla nelle Sante Scritture, in Claude Buffick, Geografia Universale, presso Giacomo Storti, 1795, illustrazione.
Niccolò de la Croix, Geografia sacra ossia descrizioni dei paesi e dei luoghi dei quali si parla nelle Sante Scritture, in Claude Buffick, Geografia Universale, presso Giacomo Storti, 1795, illustrazione.
Cristofano Sarti, L’ottica della natura e dell’educazione indirizzata a risolvere il famoso problema di Molineux, presso Francesco Bonsignori, Lucca, 1742, frontespizio.