Dal fondo archivistico relativo alla ritrattistica fotografica è stata creata una sezione che riunisce 13 fotografie d’amici, colleghi e personaggi dell’ambiente culturale frequentato dal pedagogista. Si tratta sia di fotografie in forma di ritratti opera di fotografi professionisti, sia di scatti amatoriali realizzati in occasioni d’incontro informale con lo stesso Lombardo Radice.
Insieme alle fotografie di famiglia e alla documentazione del proprio lavoro, egli conservava anche un ritratto di Scipio Slataper, scrittore triestino che come Lombardo Radice collaborò con La Voce e, allo scoppio della prima guerra mondiale, si arruolò volontario nel Regio esercito italiano, rimanendo ucciso al fronte.
Nelle memorie fotografiche di Lombardo Radice anche due stampe che ritraggono Giovanni Gentile, con cui fin dal 1910 maturò un rapporto amichevole e di collaborazione, traducendo la Critica della ragion pura di Kant, e avvicinando così il suo idealismo pedagogico a quello gentiliano. Ne fu prova, anni dopo, il volume L’ideale educativo e la scuola nazionale: lezioni di pedagogia generale fondata sul concetto di autoeducazione (Firenze 1916), in cui l’eco dell’attualismo era assai forte.
Una fotografia non datata ritrae Gentile con alcuni intellettuali, con dedica sul recto: «al suo carissimo Giuseppe. Giovanni». L’altra fotografia è un giovanile ritratto in formato cabinet realizzato nello studio fotografico pisano Donnini. Interessante notare che quest’ultima fotografia reca su verso del supporto cartaceo, una dedica autografa di Gentile, datata 1897 e indirizzata però non al Lombardo Radice ma all’amico Fortunato Pintor, bibliografo e bibliotecario che proprio in quegli anni stava terminando i sui studi all’Università degli studi di Pisa.
Insieme a quelle di Gentile vi sono nella sezione, anche due fotografie che ritraggono l’altro filosofo ispiratore dell’opera di Giuseppe Lombardo Radice, Benedetto Croce. Uno, è uno scatto che ritrae Croce durante una visita di Ravenna nel 1925, anno in cui tra l’altro si manifestarono le divergenze tra Croce e Gentile per i sopravvenuti dissensi sul Fascismo, nonostante fossero stati a lungo uniti in una forte amicizia e nel comune impegno contro vari aspetti della vita culturale e civile dell’Italia dei primi decenni del Novecento.
L’altra fotografia è un ritratto di Croce con dedica autografa sul recto «al caro amico Giuseppe Lombardo […]», datata maggio 1933, anno difficile per il Lombardo Radice che, nonostante avesse prestato il giuramento di fedeltà al regime fascista, si vide comunque muovere persecuzioni. Nell’aprile 1933 il prefetto di Roma gli comunicò infatti la decisione di sospendere le pubblicazioni dell’Educazione nazionale e il successivo 17 maggio il ministro dell’educazione nazionale, Pietro Fedele, gli comunicò l’intenzione di proporre al Consiglio dei ministri di esentarlo dal servizio per avere «fatta mostra, ad ogni proposito, di assoluta e incondizionata adesione verso chi ha assunto aperto e tenace atteggiamento di recisa opposizione al fascismo»¹. Fu grazie all’intercessione di alcuni amici quali Volpe, Prezzolini, lo stesso Gentile, Caviglia e Razza, che il provvedimento non ebbe seguito.
La presenza delle fotografie di Croce e Gentile tra la documentazione fotografica privata di Giuseppe Lombardo Radice conferma l’importanza che i pensieri dei due ebbero nella formazione e nella vita del pedagogista, non solo quali collaboratori ma quali personalità che esercitarono su di lui una forte influenza culturale, seppur in un’epoca di profonde contraddizioni in cui il Lombardo cercò di essere un intellettuale «coerente nella sua onestà», «nelle sue sensibilità», nella sua «operosità infaticabile e animatrice della scuola del popolo»².
La sua ricerca intellettuale, tra gli altri lo vide avvicinarsi anche all’antifascista e positivista Gaetano Salvemini, anch’egli presente tra i ritratti fotografici di questo fondo. Con lui militò nelle file della Federazione Nazionale Insegnanti Scuole Medie (FNISM) nata nel 1902, assumendo un ruolo centrale di critico della formazione dei maestri.
Sono infine state inserite in questo gruppo anche le immagini fotomeccaniche pubblicate su un giornale della Svizzera italiana nel luglio 1935 che ritraggono il pedagogista in Canton Ticino con il poeta Francesco Chiesa. Visitò infatti quel luogo per la prima volta nel 1923, anno della Riforma Gentile, proprio su invito del poeta e in seguito tornò più volte chiamato dal chiamato dal governo del Canton Ticino per svolgere un’opera di sostegno ai maestri e di osservazione delle scuole del territorio, come nel 1936, quando fu incaricato di redigerne i programmi scolastici. Il suo impegno in quei luoghi fu dovuto, non solo al dovere lavorativo, ma ai legami affettivi che lo legarono alle persone e all’ambiente pedagogico del Cantone, motivo che lo portò a visitare la zona in molteplici viaggi, anche in compagnia della famiglia, e che giustifica la presenza di molte fotografie scattate nel Ticino e inserite anche nell’album familiare, tra cui anche lo scatto in compagnia di Chiesa.
Insieme ai ritratti di intellettuali che Lombardo Radice conobbe nella sua carriera lavorativa, vi sono in questa sezione anche fotografie in cui la presenza di personaggi storicamente noti si lega a un ambito più intimo e amicale con la famiglia dello studioso. Ne è un esempio la fotografia scattata nel 1914 a villa La Foce, presente in questa sezione in quanto vi sono ritratti, oltre alla famiglia Lombardo Radice anche l’intellettuale Aldo Mieli e l’amico insegnante Enrico Burich, ma presente in una seconda copia, anche nell’album di famiglia, con la didascalia «Giuseppina accanto alla colonna fra i genitori e Rico».
¹In Nel trentennio della morte: Giuseppe Lombardo Radice, a cura di C. Ingrao, L. Lombardo Radice, in Riforma della scuola, XIV (1968), n. 8-9, p. 116.
²Cfr. G. Cives, Attivismo e antifascismo in Giuseppe Lombardo Radice: critica didattica o didattica critica, Firenze, La Nuova Italia, 1983.