Il dopoguerra

Nel dopoguerra, alla revisione dei programmi scolastici si affianca necessariamente la ridefinizione del ruolo docente che, da funzionario soggetto ad una scuola strutturata all’interno del progetto politico del Fascismo, deve rivedere il proprio compito formativo «delle giovani generazioni in un contesto democratico» (Cuomo 2013).

Le immagini dell’archivio Indire, pur cronologicamente limitate agli anni Settanta e numericamente contenute,  indirettamente ci ‘parlano’ di molteplici aspetti propri della scuola del dopoguerra: il superamento tra classi maschili e femminili, la nuova scuola media unica, i licei e gli istituti statali nel clima di apertura degli anni Sessanta, le moderne tecnologie  che supportano la formazione scientifica e professionale tra cui quella rivolta alle nuove professioni del terziario.

Il docente resta ancora ritratto in particolare con la classe, in aula e nei laboratori, è punto di riferimento  delle innovazioni didattiche e metodologiche messe in atto nell’aula. Dalle fotografie emergono anche nuovi codici di rappresentazione e comportamentali che vanno anche a definire il rinnovato, ma sempre centrale, ruolo del docente tra gli studenti e nella comunità: gli “autori” degli scatti ora non sono più necessariamente fotografi professionista, ma gli stessi insegnanti o gli studenti, mentre le pose dei soggetti si fanno meno ‘statiche’ e più informali ad esempio quando si ritraggono i momenti extra-didattici come la ricreazione e l’uscita da scuola, gli incontri con i genitori, le attività ricreative del doposcuola o le gite d’istruzione (Zoppi 2021).