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1. Contesto storico-culturale

La storia di Giacomo Matteotti si inserisce nel contesto complesso dell’Italia a partire dagli anni antecedenti all’ingresso nella Prima Guerra Mondiale. Quest’ultima segna un passaggio storico cruciale, che coinvolge direttamente per la prima volta non solo masse enormi di combattenti, ma anche i civili, bambini, uomini e donne di ogni classe sociale,  costituendo un importante evento collettivo, decisivo per l’avviarsi di profondi cambiamenti sociali, politici ed economici. Le trincee, con le loro nuove tecnologie belliche, teatro di conflitto, sono al contempo terreno fertile in cui si sviluppa una nuova consapevolezza sociale e politica delle masse, che erano state in grande prevalenza contrarie o estranee alla guerra.

Nel periodo successivo alla guerra si hanno, soprattutto nelle aree settentrionali e centrali della Penisola, mobilitazioni, manifestazioni operaie, occupazioni di fabbriche con, in alcuni casi, tentativi di autogestione da parte dei lavoratori. Le agitazioni, iniziate nel mondo operaio, si estendono anche a quello contadino, determinando un conflitto sociale esteso a tutta la penisola. I lavoratori rivendicano e ottengono conquiste storiche, come le otto ore di lavoro, contratti collettivi, revisione dei patti agrari, ma si diffonde nelle classi dirigenti una grande paura che in Italia si faccia “come in Russia”. In questo contesto nasce e si sviluppa il movimento dei fasci di combattimento, capeggiati da Benito Mussolini, il leader della  componente rivoluzionaria del partito  socialista, che era stato espulso nel 1914 perché si era schierato a favore della guerra. Le squadre armate fasciste  compiono una serie sistematica di “spedizioni punitive” contro le sedi dei sindacati e del Partito Socialista, che era risultato il primo partito italiano alle elezioni politiche del 1919.

Nonostante che l’azione violenta dello  squadrismo avesse avuto un successo quasi totale, sul piano elettorale i consensi restavano scarsi, e nell’ottobre del 1922 le squadre fasciste marciarono su Roma. Il Re d’Italia Vittorio Emanuele III rifiutò di firmare lo stato d’assedio, e incaricò Benito Mussolini  di formare un nuovo governo. Per due anni, fino alle successive elezioni del 1924, si ebbe una situazione di “interregno istituzionale”: Mussolini era il capo del governo ma anche il capo di squadre armate che volevano realizzare la “rivoluzione fascista”.

Spesso quindi si identifica l’inizio della vera dittatura con un evento verificatosi solo due anni dopo: ovvero il delitto Matteotti del 10 giugno 1924. Giacomo Matteotti, laureato in legge e pacifista durante la guerra, aborriva la violenza come strumento politico, e denunciò vibratamente e con grande efficacia le violenze compiute dai fascisti in occasione delle elezioni del 1924. Si rendeva conto del pericolo che correva, e disse ai suoi che dopo quella sua orazione parlamentare, sarebbe toccato a loro preparare l’orazione funebre  per lui. Fu infatti rapito e ucciso da una squadra fascista pochi giorni dopo. La sua morte suscitò una enorme impressione, e sembrò che il potere del fascismo vacillasse. Ma i mesi passarono senza che l’ondata di sdegno che aveva toccato larga parte dell’opinione pubblica si trasformasse in unità politica contro il fascismo.  All’inizio dell’anno successivo, il 3 gennaio 1925, Mussolini pronunciò il famoso discorso alla Camera in cui rivendicò la responsabilità dei crimini fascisti a partire dal delitto Matteotti  assumendosi «la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto».

Note alle immagini
  1. Carica di lancieri è un’opera emblematica dell’artista futurista italiano Umberto Boccioni, realizzata nel 1915 durante la Prima Guerra Mondiale. Esposta al Museo del Novecento di Milano, l’opera riflette l’influenza del contesto tumultuoso del periodo sulla sua arte. L’opera ritrae una carica di lancieri in piena azione, con figure umane e cavalli fusi in una composizione energica. Boccioni usa linee e colori vibranti per evocare un senso di velocità e caos, riflettendo la visione futurista dell’entusiasmo per la modernità e la tecnologia. I futuristi si schierarono compattamente a favore della guerra.
  2. I manifesti di propaganda durante la Prima Guerra Mondiale rivestono un’importanza fondamentale nel plasmare l’opinione pubblica, mobilitando il sostegno alla guerra e influenzando il morale nazionale. Essi contribuiscono anche a consolidare l’identità nazionale, controllare l’informazione, influenzare la cultura visiva e promuovere i valori considerati essenziali per la nazione in guerra.
  3. Le cataste di bombe rappresentano un aspetto significativo della logistica e della strategia militare durante la Prima Guerra Mondiale. L’enorme quantità di munizioni impiegate nel conflitto ha avuto impatti duraturi sia in termini di distruzione immediata che di conseguenze a lungo termine sull’ambiente e sulla salute umana.
  4. Il film ripercorre le tappe fondamentali della vita di Giacomo Matteotti, dalle origini familiari e sociali, all’impegno politico nel Partito Socialista, fino a quel drammatico 10 giugno del 1924, quando viene rapito e ucciso dagli uomini del Duce. Una riscoperta del Matteotti vivo, dell’antimilitarista, del “riformista rivoluzionario”, del democratico intransigente che, prima di altri, ha compreso la vera natura del fascismo, dedicando gli ultimi anni della sua vita al disperato tentativo di aprire gli occhi ai suoi compagni di partito.
    All’armi siam fascisti!
  5. I soldati in foto riposano su un giaciglio di pietra all’interno di una trincea. In primo piano a sinistra il mezzo busto di un soldato che osserva verso l’obiettivo. Le fotografie dalle trincee documentano la vita quotidiana nelle trincee, inclusi momenti di pausa, la preparazione del cibo e altre attività quotidiane. Ritraggono anche le iniziative per la raccolta di risorse e il supporto logistico nelle condizioni difficili delle trincee.
  6. La necessità della comunicazione scritta, in seguito all’allontanamento forzato, emerge per la prima volta con nuova urgenza: due miliardi di lettere e cartoline. Una intricata rete di parole, di immagini, di emozioni, di narrazioni attraversa il territorio nazionale per raccontare le esperienze dei soldati al fronte e delle famiglie distanti.
    I contadini alle armi nella Prima Guerra Mondiale
  7. I diari di guerra scritti dai soldati durante la Prima Guerra Mondiale sono fonti primarie fondamentali per la ricerca storica, permettendo un’esplorazione dettagliata delle condizioni di vita, delle tattiche di guerra e delle sfide affrontate dai soldati. Inoltre, essi conservano la memoria individuale e collettiva, contribuendo a mantenere viva la storia per le generazioni future. L’espressione creativa presente in molti diari, come poesie e disegni, offre una prospettiva più profonda delle dimensioni umane dell’arte in situazioni estreme.
  8. I manifesti propagandistici durante la Prima Guerra Mondiale, diffusi in grande quantità, utilizzano slogan accattivanti e immagini potenti per trasmettere messaggi di patriottismo, eroismo e sacrificio.
  9. -12 Durante il periodo del regime fascista in Italia l’educazione diventa un aspetto centrale della politica del regime. I quaderni scolastici rivestono un’importanza significativa in quanto strumenti per diffondere l’ideologia fascista tra i giovani e plasmare la mentalità delle nuove generazioni. I testi presenti nei quaderni spesso esaltano le gesta del regime fascista, glorificano la storia dell’Italia e mettono in luce gli elementi ritenuti essenziali per la costruzione di una nazione forte e unita. Questi oggetti contengono spesso immagini e simboli riconducibili al fascismo. Ciò contribuisce a diffondere la propaganda del regime e a creare un senso di appartenenza e lealtà nei confronti del governo. Questo approccio all’educazione rientra in una più ampia strategia di controllo sociale e culturale messa in atto dal governo fascista.



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1. Umberto Boccioni, Carica di lancieri, 1915, Museo del Novecento, Milano
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2. Achille Luciano Mauzan, Manifesto propagandistico 1917-1918, Per la Liberazione sottoscrivete!. soldato alza la scure per colpire una mano che artiglia il territorio lungo il Piave, Catalogo generale dei Beni Culturali
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3. Cataste di bombe (della prima guerra mondiale?) in un campo, Albania, Istituto LUCE b. Il fronte italiano 200 CBS 35, Istituto LUCE
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4. All'armi siam fascisti! VIDEO AAMOD
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5. Riproduzione fotografica della I Guerra Mondiale - Trincea presso [Monte] San Michele (provincia di Gorizia), Istituto LUCE
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6. I contadini alle armi. Lotte contadine, Rai Scuola-Storia
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7. Asiago distrutta. Gaspare Lenzi racconta combattimenti, bombardamenti a Asiago (VI) il 11 luglio 1916, La Grande Guerra 1914-1918 con Archivio nazionale diaristico
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8. Manifesto propagandistico, Il soldato italiano è il migliore del mondo. scritte sottolineate da riquadri colorati, ca 1917 - 1918, Catalogo generale dei Beni Culturali
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9. Archivio storico Indire, Fondo materiali scolastici, Coll. 1.25 (1)
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10. Archivio storico Indire, Fondo materiali scolastici, Coll. 1.25 (2)
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11. Archivio storico Indire, Fondo materiali scolastici, Coll. 1.25 (3)
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12. Archivio storico Indire, Fondo materiali scolastici, Coll.1.161