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2. Chi era Giacomo Matteotti

Giacomo Matteotti (1885-1924) è stato un politico italiano, attivo già prima della guerra e poi soprattutto nel  dopoguerra e nel periodo dell’ascesa del fascismo in Italia.

La sua famiglia e le sue origini borghesi non gli impediscono di identificarsi fin da giovane con le questioni sociali e di diventare uno dei principali oppositori del regime fascista. Il suo impegno per la giustizia sociale e la democrazia lo porta a sacrificare la propria vita, diventando un simbolo di resistenza contro il regime totalitario di Mussolini.

Giacomo nasce a Fratta Polesine nel 1885 da Gerolamo Matteotti, proveniente da una famiglia di calderai,  e Elisabetta Garzolo, figlia di commercianti. Giacomo è il penultimo di sette figli, quattro dei quali moriranno in tenera età. Dei tre che giungono all’età adulta, Matteo (nato nel 1876) si dedica agli studi di economia politica prima a Venezia e poi a Torino, alla scuola di Francesco Saverio Nitti e a fianco di Luigi Einaudi, ma muore poco più che trentenne. L’influsso di questo fratello più anziano e perduto troppo presto ha una grande influenza nell’orientare Giacomo sia agli studi accademici sia all’attività politica nelle file del socialismo. L’altro fratello, Silvio, viene a mancare nel 1909, a ventidue anni.

Giacomo, unico rimasto in vita dei sette fratelli, studia a Rovigo e si laurea in legge a Bologna, iniziando la carriera universitaria nel settore penalistico. Il suo professore di riferimento è uno dei più noti giuristi del tempo, Alessandro Stoppato, docente di diritto e procedura penale,

Intorno al 1900, Giacomo Matteotti aderisce al Partito Socialista Italiano (Psi). I suoi primi passi nell’ambito politico sono evidenti dal 1904, quando diventa un punto di riferimento del Psi per la zona di Fratta Polesine, come indicato nel periodico socialista La Lotta di Rovigo. Dopo gli eventi del dicembre 1920 a Ferrara, che includono l’eccidio del Castello Estense e la morte di sei persone (quattro fascisti e due socialisti), viene nominato segretario della Camera del Lavoro.

Nel marzo 1922, per la Società Editrice Avanti!, Matteotti pubblica una nuova e più completa edizione della celebre Inchiesta Socialista sulle gesta dei fascisti in Italia, che denunciava  le violenze commesse dallo squadrismo fascista contro i militanti e le istituzioni socialiste tra i primi mesi del 1919 e le elezioni del giugno 1921. Nello stesso 1922, a seguito della scissione tra massimalisti e riformisti, Matteotti diventa segretario del nuovo Partito Socialista Unitario (PSU), orientandolo verso una lotta radicale contro il fascismo, che però rifiutava nettamente il ricorso alla violenza. Nel 1924, pubblica il volume Un anno di dominazione fascista. Nonostante il ritiro del passaporto, si reca a Londra, dove incontra dirigenti del Partito Laburista, delle Trade Unions e dell’Independent Labour Party (ILP). Il 24 aprile, durante una riunione del TUC Congress, estesa all’esecutivo del Partito Laburista, fornisce informazioni sulla situazione italiana e sulla minaccia del totalitarismo fascista.

Al suo ritorno in Italia, il 30 maggio, tiene un discorso alla Camera in cui accusa il governo di deriva autoritaria e imputa ai fascisti violenze e brogli elettorali, siglando di fatto la propria condanna a morte. Viene, infatti,  rapito e successivamente assassinato da squadristi fascisti. L’omicidio scatena una crisi politica in Italia e porta a una condanna nazionale e internazionale nei confronti del regime fascista, contribuendo ad evidenziarne la sua natura autoritaria e violenta.

Note alle immagini
1-2. Giacomo Matteotti (1885-1924) è stato un politico e antifascista italiano. Membro del Partito Socialista, viene rapito e assassinato nel 1924 dal regime fascista di Benito Mussolini a seguito delle sue denunce di irregolarità nelle elezioni. Il suo omicidio contribuisce a scuotere l’opinione pubblica e aumentare la pressione internazionale contro il regime fascista.
3. La Casa – Museo Giacomo Matteotti si trova nel comune di Fratta Polesine, in provincia di Rovigo, nell’abitazione in via Ruga in cui il deputato socialista Giacomo Matteotti ha trascorso gran parte della sua vita insieme alla famiglia.
4-6. Giacomo Matteotti cresce in un ambiente borghese e la sua formazione universitaria lo porta a laurearsi in giurisprudenza. Il suo coinvolgimento in politica inizia con l’adesione al Partito Socialista Italiano (PSI), dove diviene una figura di spicco nel periodo che precede la salita al potere del regime fascista. I genitori Girolamo Matteotti e Lucia Elisabetta Garzarolo, comunemente chiamata Isabella, si sposano il 7 febbraio 1875. La coppia ha sette figli, di cui solo tre arrivano all’età adulta: Giacomo Lauro, Matteo e Silvio. Tutti e sette si dedicano all’attività politica, aderendo al Partito socialista, seguendo l’esempio del padre che aveva ricoperto la carica di consigliere comunale a Fratta Polesine dal 1896 al 1897.
7-10. Nel gennaio 1916 Giacomo sposa con rito civile Velia Titta, sorella del baritono Titta Ruffo e dal loro matrimonio nascono Gian Carlo, Gian Matteo e Isabella Matteotti. Giacomo e Velia Titta si erano conosciuti durante una villeggiatura estiva nel 1912 a Boscolungo (Abetone). Importantissimo è l’epistolario tra Velia e Giacomo (conservato presso la Fondazione Turati) che comprende 214 lettere e cartoline che la donna indirizza al fidanzato prima e marito poi dal 1912 fino al 1924. La corrispondenza con Velia ci racconta un Matteotti intimo e molto affettuoso, che ama la vita e le sue gioie. Matteotti è un grande appassionato di escursionismo e alpinismo e ama scalare le montagne e godersi i panorami mozzafiato che essi offrono. Tra le sue vette preferite ci sono il Monte Rosa, il Cervino e il Gran Paradiso.
11.  Segretario del Partito socialista unitario, sorto nell’ottobre del 1922,  dopo l’espulsione dall’ala riformista da parte dei massimalisti, Matteotti si impegna, nel quadro di una politica di pace e di collaborazione tra popoli, affinché venga evitato alla Germania un trattamento punitivo che alimentava lo spirito aggressivo di rivincita. Per la sua competenza viene incaricato dall’Internazionale socialista di produrre una memoria sulla questione di debiti di guerra e sull’occupazione della Ruhr.
12. Paolo Monti (1908-1982) è stato un fotografo italiano noto per il suo lavoro nel documentare la vita quotidiana, l’architettura e la cultura italiana nel XX secolo. Il contesto storico della scritta elettorale Votate Matteotti si lega a un periodo tumultuoso nella storia italiana, noto come la Marcia su Roma e gli eventi successivi. Nel 1922, Mussolini, capo del Partito Nazionale Fascista, organizza una marcia di squadre armate dei suoi militanti (le “camicie nere”) verso Roma. Il re Vittorio Emanuele III rifiuta di firmare lo stato d’assedio e designa Mussolini come capo del governo. Ciò segna l’inizio del regime fascista in Italia.
13. La riunione del gruppo parlamentare socialista a Trieste nel 1920 si svolge in un contesto politico e sociale particolarmente tumultuoso, poiché l’evento ha luogo in un periodo critico della storia italiana, segnato dalla fine della Prima Guerra Mondiale e dalla nascita di movimenti politici radicali. Nel 1920, l’Italia sta attraversando profondi cambiamenti politici e sociali. La fine della guerra ha portato a tensioni e scontento diffusi tra la popolazione, alimentati dalla delusione per le promesse non mantenute in materia di miglioramenti economici e sociali. Nel contesto di questa instabilità, i partiti politici cercano di definire le loro posizioni e strategie per affrontare le sfide emergenti. Il gruppo parlamentare socialista ricopre un ruolo significativo in questo contesto, rappresentando gli interessi e le posizioni dei socialisti italiani. Nel 1920, il Partito Socialista Italiano (PSI) è uno dei principali attori politici nel panorama italiano e conta su un vasto seguito tra i lavoratori e gli strati più disagiati della società.
14. Matteotti è stato uno dei primi politici italiani a comprendere la vocazione profonda, totalitaria e non contingente  del fascismo per l’esercizio del potere attraverso la violenza, a intuire quindi  i caratteri di novità del regime rispetto alle precedenti esperienze autoritarie. Il ricordo di Giacomo Matteotti rimane significativo nella storia italiana come simbolo della resistenza democratica contro il fascismo.
15. Il 30 maggio 1924, nel suo celebre discorso alla Camera Matteotti denuncia i brogli e il clima intimidatorio che avevano contraddistinto la consultazione elettorale e alza per un’ultima volta la voce in difesa del Parlamento e della sua funzione legislativa e di controllo: «Contestiamo in questo luogo e in tronco la validità delle elezioni della maggioranza. […] L’elezione secondo noi è essenzialmente non valida, e aggiungiamo che non è valida in tutte le circoscrizioni. […] Per vostra stessa conferma [dei parlamentari fascisti] dunque nessun elettore italiano si è trovato libero di decidere con la sua volontà. […] Vi è una milizia armata, composta di cittadini di un solo Partito, la quale ha il compito dichiarato di sostenere un determinato Governo con la forza, anche se ad esso il consenso mancasse.» Terminato il discorso dice, rivolgendosi a Giovanni Cosattini seduto accanto a lui, indirettamente ai suoi compagni di partito: «Io, il mio discorso l’ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me».
16. Non Mollare è stato un periodico clandestino antifascista, espressione di un gruppo di intellettuali fra cui Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi, i fratelli Rosselli  stampato senza cadenza fissa a Firenze tra il gennaio e l’ottobre del 1925. Cessa le pubblicazioni dopo 22 numeri. Con lo stesso nome riprende le pubblicazioni come rivista dal 1945 al 1961.



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1. Giacomo Matteotti, Rai Cultura- Storia
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2. Giacomo Matteotti durante una vacanza a Roccaraso (L’Aquila) con il figlio Giancarlo (1918-2006) che sarà parlamentare del Psi e poi del Psdi, Rai Cultura- Storia
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3. Casa Matteotti a Fratta Polesine (Rovigo), Fondazione di Studi Storici Filippo Turati
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4. I genitori Isabella Garzarolo (1851-1931) e Girolamo Matteotti (1839-1902), Fondazione di Studi Storici Filippo Turati
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5. I fratelli Matteo (1876-1909) e Silvio (1887-1910), Fondazione di Studi Storici Filippo Turati
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6. Domanda d’iscrizione alla facoltà di giurisprudenza dell’Università di Bologna, Caretti, S., & Degl'Innocenti, M. (Curatori). (2023). Giacomo Matteotti. Ritratto per immagini. Ediz. italiana e inglese.
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7. Partecipazione di nozze, Caretti, S., & Degl'Innocenti, M. (Curatori). (2023). Giacomo Matteotti. Ritratto per immagini. Ediz. italiana e inglese. Pisa University Press
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8. Velia Titta, moglie di Matteotti, Casa Museo Giacomo Matteotti
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9. I figli di Matteotti, da sinistra Giancarlo, Isabella e Matteo, luglio 1924, Casa Museo Giacomo Matteotti
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10. Monte Bianco, Colle del Gigante, estate 1912, Caretti, S., & Degl'Innocenti, M. (Curatori). (2023).
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11. Manifesto politico, post 1949 - ca 1955, L'Umanità Rifare l'Italia. ritratto di Giacomo Matteotti e Filippo Turati, Catalogo generale dei Beni Culturali
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12. Paolo Monti , Scritta elettorale «Votate Matteotti» dipinta su un muro a Venezia
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13. Riunione del gruppo parlamentare socialista, Fondazione di Studi Storici Filippo Turati (Trieste, 1920)
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14. Hahn sul Notenkraker di Amsterdam
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15. Giacomo Matteotti alla Camera al termine del suo ultimo discorso (30 maggio 1924) ritratto dalla pittrice veneziana Maria Vinca, Fondazione di Studi Storici Filippo Turati
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16. Non mollare, Fondazione di Studi Storici Filippo Turati
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