In Italia, nel periodo risorgimentale la letteratura, congiuntamente al rafforzarsi del ruolo dell’intellettualità laica nei processi d’istruzione delle masse, si occupa di formare le nuove generazioni ai temi civici e al concetto di ‘Patria’. In questo contesto il libro assume un compito chiave per la diffusione di un linguaggio comune, alfabetico e simbolico al tempo stesso, e per una costruzione identitaria che in Italia è ancora frammentata e discontinua.
Dalla fine della prima metà dell’800, da parte degli Stati preunitari, si fa sentire sempre più la necessità dell’educazione morale e dell’istruzione della gioventù delle classi popolari, da formare ad una coscienza civile ed unitaria. Superati gli insegnamenti gesuitici, così storici, politici e letterati iniziano a scrivere opere a carattere formativo e pedagogico. Tra questi Cesare Cantù, importante figura di intellettuale, contribuirà a diffondere un’educazione basata, non solo su valori cattolici, ma anche sui doveri civili e costituirà, con le sue opere, uno tra i più importanti pilastri formativi italiani.
Attorno al tema dell’ascesa sociale, sul modello inglese ‘self-made man’, ruota il Giannetto di Luigi Alessandro Parravicini, dato alle stampe per la prima volta a Como nel 1837: il testo, nel suo insieme, offre un vero e proprio ideale d’educazione adatto a istruire anche il mondo contadino e le classi popolari e a creare al meglio il ‘nuovo cittadino’.
La Legge piemontese Casati (1859), estesa a tutta l’Italia unificata, organizza la nuova scuola elementare: gratuita, destinata al proletariato e alla piccola borghesia. La successiva Legge Coppino (1877) introduce poi l’obbligo dell’istruzione fino a nove anni di età con la finalità primaria di combattere l’analfabetismo e arrivare a una unificazione linguistica e culturale del popolo italiano. L’estensione dell’obbligo scolastico getta le basi per una maggiore diffusione della lettura. Imprese tipografiche e case editrici già affermate di Milano, Firenze, Torino e Roma, mettono sul mercato in un primo momento opere già pubblicate, ma ritenute ancora utili a raggiungere gli obiettivi della nuova scuola, per poi arrivare a pubblicare testi più attuali, di autori spesso anche di ambito non scolastico. Secondo i Programmi per l’insegnamento del 1867, la lettura deve essere «adatta alla intelligenza ed all’età» ed esercitata su ‘buoni libri’.