Con l’Unità d’Italia e l’estensione a tutto il Regno dell’editto Albertino sulla libertà di stampa del 1848, è sentita la necessità da parte della classe dirigente di raggiungere un maggior numero di lettori per combattere l’analfabetismo e dare unità alla lingua: molti editori si dedicano sempre di più alla produzione di giornali rivolti al popolo ed in particolare ai giovani. Così prenderanno vita anche in Italia giornali per ragazzi, inizialmente con sole finalità educative e dalla modesta veste tipografica: poche pagine, testo a due colonne, quasi sempre privi di illustrazioni. Da considerare il primo vero esempio di periodico italiano per l’infanzia, è il «Giornale dei fanciulli», fondato da Pietro Thouar e uscito in forma anonima a Firenze nel 1834. Il Giornale, oltre ad offrire ai ragazzi ‘racconti e lezioni morali’, entra anche nel merito dell’istruzione, della religione e della vita civile politica.
Con l’inizio del ‘900 si vedono ridursi sempre di più le distanze tra artisti e illustratori e avviarsi una capillare diffusione delle riviste stampate con moderni procedimenti fotolitografici. È il caso del settimanale «La domenica dei fanciulli», pubblicato a Torino dal 1900 al 1920 con la testata dalla grafica di gusto liberty e con l’innovazione delle copertine che costituirono uno dei più felici esempi di Art Nouveau. Ulteriore grande rinnovamento tra le riviste per l’infanzia, è portato dal settimanale «Il giornalino della Domenica», nato Il 24 giugno 1906 a Firenze e diretto da Vamba
per l’editore Bemporad, ponendosi l’ambizioso fine di dare, al suo giovane pubblico, una lettura istruttiva ed educatrice mai noiosa
Nel 1908, come supplemento illustrato al «Corriere della Sera», si arriva alla pubblicazione del celebre periodico per ragazzi «Corriere dei Piccoli» diretto da Silvio Spaventa Filippi. Il giornalino dà spazio, già in prima pagina, alle vignette a colori che ripropongono personaggi umoristici tratti dai cartoonists americani, come Fortunello, versione italiana di Happy Hooligan disegnato da Frederick Burr Hopper, e Cirillino di George McManus, privati dei classici balloons, considerati all’epoca diseducativi, e sostituiti dai versi ottonari.