Davanti alla condizione di grave ritardo della letteratura italiana per l’infanzia e la gioventù, le opere di scrittori e pedagogisti di paesi stranieri che arrivano in Italia nell’800, rappresentano un utile e insostituibile ausilio per l’educazione, all’epoca ancora rivolta ai soli fanciulli delle famiglie benestanti. Tra le più significative opere tradotte, troviamo L’amico dei fanciulli del pedagogista, giornalista e scrittore francese Arnaud Berquin. Il testo, composto da brevi storie moraleggianti e accompagnato da tavole incise in rame con immagini di giochi festosi, venne proposto come lettura capace di divertire i ragazzi e, allo stesso tempo, educarli a essere virtuosi.
Nel secondo ‘800, sia nelle scuole elementari, ma anche in quelle secondarie e professionali si diffonde la consuetudine di premiare gli alunni più meritevoli con libri. Nascono apposite collane editoriali dedicate al cosiddetto ‘libro di premio’ che, rispetto al manuale scolastico, verrà realizzato con minore economia di mezzi e materiali, offrendo così un prodotto elegante e di più lunga durata. Una letteratura specifica è destinata alle fanciulle a cui vengono in prevalenza donati testi atti a formare le ‘virtù domestiche e civili’, per divenire buone mogli, madri e donne da casa. All’educazione maschile invece, improntata al coraggio e alla forza in vista di una vita pubblica, legale o militare, ben si prestano i ‘plutarchi’ che, come le Vite del famoso autore greco, propongono come modelli, le biografie di uomini illustri e di eroi.
Nei testi del ‘900, al fine ‘educativo’ delle letteratura, inteso come proposta di modelli positivi e di buona condotta, si affiancherà quello dell’intrattenimento, supportato dall’alta qualità delle illustrazioni appositamente pensate per i racconti in prosa per ragazzi.