Dalla prima apparizione del personaggio di Collodi nel 1881, nella storia a puntate ne «Il Giornale dei Bambini», molte sono le edizioni di Pinocchio, raccolte in volume e illustrate, o dei testi a lui ispirati, che vedono all’opera numerosi illustratori per interpretare la figura del burattino in modo sempre nuovo e originale.
Un interessante aspetto della storia editoriale di Pinocchio, è quello della continua ricerca degli editori nel rinnovare la sua figura in modo da andare incontro ai gusti dei giovani lettori nei vari periodi della sua storia. Il Centro Didattico Nazionale, nel suo primo allestimento museale del 1941, aveva dedicato e intitolato una sala di Palazzo Gerini al personaggio di Collodi, in cui erano raccolte varie edizioni del libro, documentazione, stampe e disegni. I volumi sono poi confluiti nel 1953 nella biblioteca del Centro Didattico Nazionale di Studi e Documentazione (CDNSD), poi Biblioteca di Documentazione Pedagogica (BDP), e quindi selezionati per il Fondo Antiquario di Letteratura giovanile.
Alla prima edizione in volume della storia di Collodi, nel 1883, della Felice Paggi con le illustrazioni di Enrico Mazzanti, segue quella del 1901 edita da Bemporad, con le illustrazioni di Carlo Chiostri su incisioni di Adolfo Bongini che, rispetto alla precedente, sostituisce alle forme gotiche-ottocentesche, «uno spazio delicatamente lontano e vicino al tempo stesso». Dopo due illustratori toscani, l’editore Bemporad passa il testimone ad Attilio Mussino, già all’epoca suo collaboratore per «Il giornalino della Domenica». Con l’affermazione dei procedimenti calcografici che rendono competitivi i costi della stampa, la nuova edizione fu pubblicata a colori inizialmente in 50 dispense settimanali di grande formato (la prima uscì il 2 ottobre 1910, l’ultima il 7 settembre 1911), poi proposta in brossura nel 1911, in grande formato, su carta patinata, con copertina e tavole a colori. Questi aspetti ne fanno un’edizione completamente nuova rispetto a quelle fino a quel momento apparse in libreria, consentendo a Bemporad di vincere la medaglia d’oro all’Esposizione internazionale dell’industria e del lavoro di Torino del 1911.